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Il Trono di Spade 6×07, The Broken Man – recensione

Pubblicato da: Francesca Romana Torre | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:31
Game of Thrones, The Broken Man

Mancano tre puntate alla conclusione della sesta stagione de Il Trono di Spade ed ecco che la 6×07- The Broken Man – sorprende il pubblico con un incipit inedito. Cambia il commento musicale, cambia l’atmosfera, torna una faccia vagamente nota, rispunta dal nulla un personaggio che credevamo morto. Ci avevano preannunciato, le voci di corridoio, un ritorno dalla terra dei morti e ci aspettavamo Katlyn Stark alias Lady Stoneheart – che avrebbe recuperato una linea narrativa presente nei libri e accantonata nella serie – e invece ecco che ricompare Sir Gregor Clegane aka il Mastino nei panni di un pacifico boscaiolo. Reduce di un passato macchiato da omicidi e violenza, il Mastino perde la possibilità di un reale riscatto – questo il meccanismo che ricompone la puntata nella breve parentesi del Mastino in pensione, richiamato dagli eventi a rimettersi in marcia.

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Legati da un passato e – forse – da un futuro indissolubile, Arya Stark e Gregor sono accostati dal montaggio, che ci porta dalla comunità di santoni di Clegane a Braavos dove la giovane ex adepta del Dio dai mille volti sta preparando la sua fuga. Un po’ più adulta e sicura di sé, Arya è pronta a mettersi per mare – ma non ha considerato di aver tradito e abbandonato la più pericolosa setta di assassini del Continente Occidentale.

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Puntata frammentata nella descrizione dei diversi posizionamenti, The Broken Man riapre le porte a un tipo di narrazione di cui Martin è fine esecutore: il racconto di guerra – assedi, valzer diplomatici tra omaccioni nerboruti, richiesta di alleanze, l’aria di folle minaccia negli occhi fiammeggianti di Cersei, sempre più bastonata e incattivita. Si contano gli uomini, si incontrano nuovi personaggi – alcuni molto ben raccontati, come la giovane lady Mormont – e si misura la forza dei protagonisti. Con la minaccia soprannaturale che si chiude come una morsa da Nord con gli Estranei e da Sud con la Targaryen a cavallo di drago, le pedine di Grande Inverno e dintorni sembrano essere fin troppo vulnerabili. Riflettendoci, non c’è un personaggio – tra tutti quelli del Trono di Spade – pienamente cosciente del pericolo e della complessità della situazione: chi sa degli Estranei non sa dei draghi e viceversa. Inutile dire che dall’alto della nostra posizione di spettatori, draghi e Estranei parrebbero nemici naturali e che speriamo solo che Stark, Bolton, Lannister e Tyrell non si massacrino prima che fuoco e ghiaccio si scontrino per riportare la pace (o la completa distruzione) nelle terre emerse.

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