La magistratura interviene per mancanze della pubblica amministrazione nel combattere la corruzione: ecco il monito del procuratore aggiunto di Bari, Lino Giorgio Bruno, coordinatore del pool sui reati contro la pubblica amministrazione, durante l’audizione dinanzi alla VII Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia. “Troppo spesso la magistratura penale ha un ruolo di supplenza rispetto alle carenze delle pubbliche amministrazioni nelle attività di controllo per prevenire i fenomeni corruttivi. Ruolo al quale rinunceremmo molto volentieri”, ha spiegato Lino Giorgio Bruno.
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L’incontro in Regione si inquadra in un percorso intrapreso dopo le due proposte di legge avanzate dal M5S e da una lista civica di maggioranza sull’istituzione di apposite commissioni regionali d’inchiesta sugli eco reati e sulla corruzione. Presente anche il sostituto della Dda di Bari Renato Nitti, intervenuto sul traffico di rifiuti e reati ambientali. Per Bruno rischi si annidano nella gestione delle Asl, definite “centri di spesa difficilmente controllabili”. Da qui l’invito ad attivare “meccanismi di controllo interno”.
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La pars costruens
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Le soluzioni? Lino Giorgio Bruno suggerisce di inquadrare strumenti “idonei a prevenire fenomeni corruttivi, attraverso l’adozione di modelli organizzativi e protocolli di legalità da parte delle aziende che abbiano rapporti con la pubblica amministrazione”. Infine una critica alla proposta di legge del M5S relativa agli eco reati, che per il linguaggio “in alcuni passaggi sembra sovrapporsi a competenze istituzionali” delle procure.
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Il commento di Emiliano
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Soddisfatto dell’audizione Michele Emiliano: “Lo sforzo della Puglia può considerarsi unico nel panorama politico italiano – ha detto il governatore – nel fare emergere le illegalità sulle questioni su cui ha diretta responsabilità”.