Non è mai facile per chi è stato detenuto in carcere tornare ad una vita normale, ancora di più se si tratta di un ragazzo. Proprio per salvaguardare gli adolescenti che in passato hanno ricevuto delle condanne penali è stato creato “Chiccolino”, un progetto cofinanziato da Comune e Regione Puglia per il reinserimento di sei ragazzi tra i 14 e i 21 anni che cercano di ricostruirsi una vita dopo il periodo di detenzione.\r\n\r\nLe iniziative per i ragazzi “difficili”, che proseguono da diversi anni, si tengono all’interno di un edificio che ha un valore simbolico. Si tratta di un immobile sul lungomare IX maggio confiscato alla criminalità organizzata. Per il progetto è stato pubblicato dal Comune un bando che mette a disposizione 520mila euro. “Una cifra modesta – spiega l’assessore al Welfare Bottalico -, che però ci permette di continuare a offrire, anche grazie alla preziosa collaborazione della Regione Puglia e dell’Ufficio minori del ministero di Giustizia, un servizio di contrasto alla devianza minorile riconosciuto come una delle poche buone prassi nazionali”. Tra le novità del bando c’è il focus sull’inclusione lavorativa dei soggetti e, al contempo, sulla promozione di una cultura della legalità.\r\n\r\nAi ragazzi verrà messo a disposizione del personale preparato, che vede diverse professionalità in campo: coordinatori, psicologi, educatori o assistenti sociali con il compito di guidare il rientro dei minori in famiglia, oltre ad ausiliari addetti alla cucina e alle pulizie, mediatori socio-culturale ed educatori. Il team non potrà essere composto da meno di 10 persone. I ragazzi potranno usufruirne fino al compimento del 25esimo anno d’età, subito dopo aver ricevuto l’autorizzazione dal giudice.
Ragazzi a rischio, 520mila euro per il reinserimento sociale
Il Comune ha pubblicato il nuovo bando del progetto "Chiccolino", che permetterà a sei ragazzi dai 14 ai 21 anni di ottenere assistenza da parte di educatori e psicologi oltre a percorsi che mirano all'avvio al mondo del lavoro. Le iniziative si tengono in un immobile sequestrato alla criminalità organizzata