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Bari, con il Covid un’altra Pasqua in casa. I bambini: “Siamo arrabbiati, ma va bene così”

Pubblicato da: Francesca Emilio | Dom, 4 Aprile 2021 - 10:00

“Sono un po’ triste, non troppo, perché passo tanto tempo a giocare, ma abbastanza, perché per la seconda volta sto passando queste giornate di Pasqua chiusa in casa”. E’ il pensiero di Alessandra, una bambina barese, di 9 anni, che non nasconde la rabbia nei confronti della situazione pandemica che non le permetterà, neanche quest’anno, di poter passare le festività con i propri cari, tra cui la sua cuginetta. Di fatto, ormai da un anno, adulti e bambini sono costretti a passare la maggior parte del tempo tra le mura delle proprie case. I più piccoli, in particolare, tra la didattica a distanza e la chiusura delle strutture sportive, sono quelli su cui, la mancanza di socialità, sta pesando, in alcuni momenti, anche più del normale. Soprattutto, raccontano alcuni, nei periodi in cui, normalmente, si era soliti passare il tempo con i propri parenti, ma anche con gli amici.

“Per Pasqua desidero che questo Covid finisca così da poter tornare di nuovo ad essere liberi, senza mascherine e cose varie” – sottolinea ancora Alessandra. “Anche io voglio che questo virus vada via per sempre, ma diciamocelo, non succederà mai” – ha aggiunto Francesca, la sua cuginetta. Ma non sono le  uniche a pensarla in questo modo, a fare eco alle parole delle due cuginette, ci sono quelle di Mario, 13enne. “Ora i giorni sono tutti uguali – racconta – mamma e papà hanno decorato casa, ma nonostante questo non potrà mai essere come era prima. L’anno scorso era stato divertente, una cosa diversa dal solito, quest’anno invece vorrei tanto poter abbracciare i miei nonni per farmi raccontare quelle storie che prima mi sembravano anche noiose, non li vedo da tanto e mi mancano troppo” – ha concluso. Dello stesso avviso è anche Annamaria, sua coetanea, che racconta di essere diventata un’atleta agonistica di “Salto delle Serie tv su Netflix”.

“Vivo in un mondo sospeso tra il virtuale e il reale, e indosso la felpa sopra il pigiama per fare lezione – ha raccontato – mi annoio e non ho più neanche tanta voglia di studiare. I miei amici ci sono, ma sempre e solo in videochiamata, ormai ci mandiamo messaggi per ogni minima cosa. Non credo di essere felice, mi manca la vita reale. La mia stanza è diventato il mio mondo. Spero che torni presto il mondo reale, lo aspetto tanto” – ha concluso confidando le sue preoccupazioni. Ma se da una parte ci sono bambini e ragazzi stanchi della situazione, dall’altra ce ne sono altri che invece, a queste condizioni, ci hanno quasi fatto l’abitudine. E’ il caso di Sofia, 11 anni a maggio, che sta provando in tutti i modi ad accontentarsi, facendo diventare “sua” l’abitudine di restare a casa.

“Passare la prima Pasqua e pasquetta in casa mi è dispiaciuto, perché era la prima volta. Adesso non mi dispiace. Essendoci già passata, personalmente non è male. Non è bellissimo, ma neanche orribile. Posso farmene una ragione. Mi accontento di ciò che ho, l’importante è che chi voglio bene non stia male” – ha sottolineato. Lo stesso vale per Michele, 9 anni. “Ormai mi va bene così – ha commentato – anzi, mi fa piacere, perché a volte non mi ricordo più neanche come si fa a stare con gli altri e siccome ero già timido prima, ho paura di non riuscire più a dire nemmeno ciao. ” – ha confessato.

Insomma, quella di quest’anno è stata un’altra Pasqua all’insegna dell’isolamento, sebbene in maniera leggermente diversa rispetto all’anno scorso in cui, l’intero paese era alle prese con un lockdown molto più severo, rispetto alla “Zona rossa” rafforzata in cui si può fare visita, con alcune limitazioni, ai propri parenti.  “Questa Pasqua sarà ancora una volta diversa dalle altre – ha raccontato Nicola, 10 anni, con una nota di malinconia, ma anche speranza – Non faremo grandi cose, grigliate con i parenti divertirci, saremo soli soletti a casa, senza stare con nessuno. Mi dispiace per questo periodo che stiamo vivendo, ci sta togliendo tutto, ma sono sempre molto felice di avere accanto i miei parenti anche se non posso vederli, abbracciarli o passare del tempo con loro. Spero che con questa Pasqua ci sia l’inizio di un cambiamento”.  A condividere la speranza di Nicola ci sono anche Alice e Marco, sorella e fratello di 11 e 8 anni.

“Sono un pochino triste, ma spero di riuscire a divertirmi lo stesso” – ha detto Marco. “Ci mancheranno quei caldi abbracci e lo scambio reciproco delle uova gustose, con le quali facevamo a gara per divorarle – ha scritto infine Alice nel tentativo di rincuorare il suo fratellino – questo non vuol dire che non ci si potrà divertire o scherzare perché sono sicura che ciascuno di noi possieda un concetto di creatività e che solo ingegnandosi, potremmo riuscire a passare comunque una Pasqua unica nel suo genere. Comunque io sono felice e non mi lascerò scoraggiare da un virus” – ha concluso senza nascondere la speranza che questa sia, per davvero, l’ultima festività tra le mura di casa.

 

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