Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di oltre 305 mila laureati del 2024 di 80 università. In particolare, si tratta di 171 mila laureati di primo livello, 102 mila dei percorsi magistrali biennali e 32 mila a ciclo unico.
L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 25.826 laureati della Regione PUGLIA. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2023 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2019 e intervistati dopo cinque anni.
LAVORO, I LAUREATI TRIENNALI A UN ANNO DALLA LAUREA
L’Indagine ha coinvolto 9.073 laureati triennali del 2023 contattati dopo un anno dal titolo (nel 2024). Il 67,0% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive ad un corso triennale). Dopo un anno, il 66,3% risulta ancora iscritto all’università. Per un’analisi più puntuale, pertanto, vengono di seguito fotografate le performance occupazionali dei laureati di primo livello che, dopo l’ottenimento del titolo, hanno scelto di non proseguire gli studi universitari e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro.
Isolando quindi i laureati triennali della Regione PUGLIA che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea (32,1%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo.
A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 76,6%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 12,0%.
Tra gli occupati, il 17,6% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, l’11,3% ha invece cambiato lavoro; il 71,0% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.
Il 39,7% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 35,0% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 6,4% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.).
Il lavoro part-time coinvolge complessivamente il 16,8% degli occupati: il 5,3% lavora a tempo parziale per scelta, per l’11,4 %, invece, si tratta di part-time involontario. La retribuzione è in media di 1.471 euro mensili netti.
Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Si è presa in esame l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 70,9% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 61,0% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.
I LAUREATI MAGISTRALI
I laureati di secondo livello del 2023 contattati dopo un anno dal titolo sono 5.436 (di cui 3.840 magistrali biennali e 1.596 magistrali a ciclo unico), quelli del 2019 contattati a cinque anni sono 5.486 (di cui 3.665 magistrali biennali e 1.821 magistrali a ciclo unico).
A un anno
Tra i laureati di secondo livello del 2023 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari al 73,6% (75,1% tra i magistrali biennali e 70,0% tra i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 13,9% (14,5% tra i magistrali biennali e 12,3% tra i magistrali a ciclo unico).
Il 21,4% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 13,6% ha invece cambiato lavoro; il 65,0% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Tra i laureati magistrali biennali tali
percentuali sono, rispettivamente, pari a 26,4%, 15,3% e 58,2%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 8,5%, 9,3% e 82,2%.
Il 27,8% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 22,2% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 7,0% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 33,6%, 22,9% e 4,4%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 12,9%, 20,4% e 13,6%.
Il lavoro part-time coinvolge complessivamente il 16,7% degli occupati (16,0% tra i magistrali biennali e 18,5% tra i magistrali a ciclo unico): il 5,6% lavora a tempo parziale per scelta, per l’11,0%, invece, si tratta di part-time involontario. La retribuzione è in media di 1.410 euro mensili netti (1.410 euro per i magistrali biennali e 1.410 euro per i magistrali a ciclo unico).
Il 70,8% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 63,8% tra i magistrali biennali e l’88,4% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 61,8%
dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (56,9% tra i magistrali biennali e 74,4% tra i magistrali a ciclo unico).
A cinque anni
Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2019, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari all’86,9% (86,5% per i magistrali biennali e 87,5% per i magistrali a
ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari al 5,7% (5,8% per i magistrali biennali e 5,4% per i magistrali a ciclo unico).
Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 52,7%, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono il 15,6%. Svolge un’attività in proprio il 15,3%. Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 61,4%, 17,8% e 9,9%; tra i magistrali a ciclo unico
sono pari a 38,9%, 12,2% e 23,8%.
Il lavoro part-time coinvolge complessivamente l’8,5% degli occupati (9,5% tra i magistrali biennali e 6,9% tra i magistrali a ciclo unico): il 3,2% lavora a tempo parziale per scelta, per il 5,3%, invece, si tratta di part-time involontario. Le retribuzioni arrivano in media a 1.733 euro mensili netti (1.692 per i magistrali biennali e 1.798 per i magistrali a ciclo unico). Il 75,5% degli occupati ritiene la laurea Rapporto AlmaLaurea 2025 sul Profilo e la Condizione occupazionale dei laureati www.almalaurea.it conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 69,1% tra i magistrali biennali e l’85,5% tra i magistrali a ciclo unico); il 63,6% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università (58,1% tra i magistrali biennali e 72,3% tra i magistrali a ciclo unico).
Ma dove vanno a lavorare? Il 58,0% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 39,7% nel pubblico; il 2,1% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe l’83,4%, mentre l’industria accoglie il 15,2% degli occupati; 0,9% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.