“Questa storia comincia martedì 5 Agosto, di mattina. Mi imbatto nella notizia dello spettacolo “Donna narrata, donna…”di e con Drusilla Foer organizzato dalla Camerata Musicale Barese, in occasione della Rassegna “I Giovedì della Camerata”. Sui social, fonte da cui traggo l’informazione, è riportato che ci siano ancora posti disponibili.
Perciò, fiduciosa, contatto il botteghino. Ancora prima che riesca a domandare se ci siano posti per persone con disabilità e accompagnatore, mi viene detto, in maniera piccata, che l’evento sia sold out”. Inizia così il racconto di una ragazza disabile in merito a quanto accaduto a Bari il 7 agosto.
“Faccio, allora, presente di essere in carrozzina e mi vien detto che ” carrozzina o meno” non è possibile accedere all’evento, per raggiungimento della capienza massima.
Scelgo di approfondire e, cortesemente domando di sapere quanti e quali posti siano stati riservati ed, effettivamente, occupati, da persone in carrozzina. Con qualche tentennamento nella voce, mi viene paventata l’ipotesi di assistere allo spettacolo da sola, senza accompagnatore”, prosegue il racconto.
“Dinnanzi alla rivendicazione verbale del mio diritto a condividere la serata con una persona a me vicina, la conversazione telefonica subisce un brusco arresto e mi viene suggerito di scrivere all’ indirizzo mail riportato sul sito web. Contestualmente l’evento, sui social, appare sold-out. Qui comincia il secondo tempo, la seconda parte del film – prosegue il racconto – Scrivo, interessata a ottenere una risposta alla mia richiesta specifica, proprio alla luce del “pienone” previsto. Dopo qualche ora, ricevo risposta in cui viene – altrettanto sbrigativamente – ribadito che non sia possibile prenotare due posti. Mi intestardisco e, per una questione di principio, chiedo di nuovo quanti e quali posti siano riservati a persone in carrozzina. Tutto tace. Alla mail, nessun riscontro”. Fino alla sera dello spettacolo.
“Decido di recarmi di persona sul posto a cercare un confronto – continua il racconto – Interloquisce con me la persona con la quale, scopro, avevo già parlato telefonicamente. La fila di persone in attesa è molto lunga, ma di persone in carrozzina nemmeno l’ombra, tanto meno nel cortile interno. All’inizio dello spettacolo manca davvero poco. Chiedo, gentilmente, di poter acquistare due biglietti e, manco a dirlo, l’accesso mi viene negato. Quando faccio presente, ormai davvero stufa e ferita, che sia opportuno riservare posti per persone con disabilità motoria, nello specifico in carrozzina, in proporzione alla capienza del luogo in esame, la risposta che ricevo è :
” E chi l’ha detto? ” Ecco, il punto è proprio questo. Ancora una volta. L’ENNESIMA”.
“L’accessibilità agli eventi dal vivo, se sei una persona con disabilità, nel 2025,è soggetta al libero arbitrio di un sistema che continua a discriminare, perpetrando un modus operandi che non prenda in considerazione una collettività nutrita di persone, relegandole ai margini, senza nemmeno occuparsene troppo. Oppure, nel “migliore dei casi”, rivende nell’immediato un posto riservato a persone non disabili, così da assicurarsi in ogni caso una, seppur minima, fonte di guadagno. Sono STANCA, AVVILITA, STUFA, ARRABBIATA. Alla fine della storia, resta sempre tanto amaro in bocca e nel corpo tutto”, conclude.