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Una mattina in piazza Umberto, nel “mercato” delle badanti georgiane

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 08:52

BARI – “Io ho il passaporto, sono regolare. Ma se volete c’è mia nipote che è appena arrivata a Bari e può lavorare a nero. Costa di meno”. Giovedì mattina, 21 gennaio, piazza Umberto. Nonostante una leggera pioggia, la centrale area a ridosso della stazione è come ogni giovedì affollata di donne tra i 20 e i 50 anni, tutte o quasi georgiane, qualcuna è ucraina, qualcun’altra russa. Hanno una caratteristica che le accomuna: fanno tutte le badanti. Il giovedì è il loro giorno di riposo e la mattina la trascorrono in piazza Umberto, punto di ritrovo per scambiare due chiacchiere, certo. Ma non solo: è qui, infatti, che cercano e trovano altro lavoro, altri anziani da assistere o ragazzini da seguire. La piazza, che di sera è presa d’assalto dai pusher, il giovedì mattina si trasforma in una sorta di Piazza Affari, dove domanda e offerta si incontrano. Ci siamo andati due volte, il 21 e il 28 gennaio, ecco il racconto. Arriviamo intorno alle 11 e 30, c’è una pattuglia dei vigili che sta controllando i documenti di alcuni immigrati. Parcheggiati ci sono due furgoncini, uno blu uno rosso, sono carichi di pacchi pronti ad essere spediti in Georgia. Ogni giovedì è così, pacchi che arrivano, pacchi che partono. Ci avviciniamo alla prima panchina dove notiamo tre donne gesticolare. “Parlate italiano?”, chiediamo. “Si si, ci risponde una donna, circa 50 anni, seduta al centro della panca con accanto una ragazza silenziosa e timida che avrà non più di 20 anni. Ci presentiamo, raccontiamo che abbiamo una nonna che si è appena operata e che ha bisogno di assistenza a casa, 24 ore su 24. “Nessun problema”, ci risponde la nostra interlocutrice. Allettata dalla possibilità di un nuovo lavoro, ci chiede informazioni: dove abita nostra nonna, quali sono le sue condizioni, di cosa ha bisogno. Non abbiamo firmato nessun contratto, ma abbiamo già la sua disponibilità. Però, prima proviamo a trattare sullo stipendio, le chiediamo quante ore di presenza garantisce, se ha i documenti in regola. “Io ho il passaporto – ci risponde – e un’assistenza 6 giorni su 7 guadagno tra i 600 e i 700 euro. Mia nipote – indica la ragazza seduta accanto – è appena arrivata in Italia, se volete può lavorare a nero e vi costa di meno. Non conosce l’italiano ma l’aiuto io, non preoccupatevi”. Fingiamo di essere interessati e ci diamo appuntamento telefonico per il giorno successivo.

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